Siamo in un’isola della Danimarca del Nord, precisamente a Læsø, ed è qui che si possono ancora ammirare le case con i tetti fatti di alghe.
Questa forma di architettura si chiama vernacolare, intesa come il “linguaggio architettonico delle persone, composto da dialetti etnici, regionali e locali”, un microcosmo della vita e della cultura di un determinato luogo. Nell’isola di Læsø le alghe venivano raccolte sulla spiaggia e impiegate per la costruzione dei tetti.
Famosa nel medioevo per l’industria del sale, l’isola si distinse ben presto anche per questa tecnica architettonica particolarissima, nata dall’esigenza di ovviare alla scarsità di legname.
L’ingegno degli abitanti portò infatti a edificare i tetti con l’utilizzo della zostera marina, un’alga che si trova abbondantemente sul bagnasciuga di Læsø.
La caratteristica dei tetti dell’isola è che per realizzarli, è necessaria la collaborazione di tutta la comunità per un’intera giornata. Le alghe infatti, una volta raccolte, venivano fatte asciugare.
Le donne erano impiegate per l’attorcigliamento delle alghe, dalle quali si ricavavano spesse corde con un’estremità più sottile ed un’altra a forma di goccia.
Il materiale veniva poi intrecciato nelle travi che formavano la struttura del tetto.
La presenza di sale marino rendeva i tetti resistenti al fuoco e quindi più duraturi, addirittura alcune costruzioni vantano 200 anni. Lo spessore dei tetti, inoltre, li rendeva impermeabili,
L’architettura vernacolare rappresenta l’identità e la storia di questa parte della Danimarca. A questi tetti, infatti, sono legate le storie della gente del posto, fatta di marinai e pescatori, di tempeste e baleniere.
A causa però di una malattia fungina che nei primi anni ’30 attaccò le alghe dell’isola, il mantenimento dei tetti si è reso difficile.
Delle oltre 250 strutture, tra case e fattorie, costruite con legno di recupero ed alghe, oggi ne restano soltanto 19.
Il progetti di recupero dei tetti di alghe e dell’architettura vernacolare.
Sono in corso diversi tentativi per salvaguardare gli edifici con i tetti di alghe. Sebbene oggi sia più difficile trovare la materia prima sulle spiagge dell’isola, a causa del cambio di correnti marine, è partito un progetto di recupero, basato sulla “Seaweed Bank” ovvero una vera e propria banca delle alghe.
Lo scopo è trovare, importare e trattare le alghe per restaurare i tetti delle case. Oltre a promuovere l’economia locale, l’iniziativa mira a riportare in vita un’antica tecnica costruttiva caratteristica del luogo.