Infinity, tiles of virtual space: Gabriel Pulecio trasforma luce e spazio nell’infinito

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Al debutto durante il Panorama Festival, Infinity, tiles of virtual space è un’installazione semovente di arte e luce interattiva creata dal designer di adozione newyorkese Gabriel Pulecio.

Lo spazio crea un’esperienza d’immersione totale, combinando luce, suoni e volumi per introdurre il visitatore all’interno di una matrice digitale tridimensionale apparentemente senza confini, animata da grafiche interattive e abissi di luce e oscurità, che sembrano fluttuare nel mezzo dell’infinito.
Una volta all’interno, la struttura esplode immediatamente in un paesaggio in costante mutamento, che ci ricorda che esistiamo nel presente e ogni nostra azione ha un effetto palpabile sull’ambiente circostante.

Grazie all’utilizzo di sensori kinect incorporati nel soffitto, il visitatore attiva fasci di luce che partono dal pavimento per creare un nuovo scenario digitale, accompagnati da suoni che generano una risonanza sensoriale. Gli algoritmi che creano il lighting design, non ché i suoni, fanno sì che l’esperienza sia unica per ciascun visitatore all’interno dell’installazione.

Il concetto di infinito viene utilizzato su una grande varietà di livelli: l’allestimento delle luci conta 25 pannelli tagliati al laser creati su misura, con una combinazione di fogli acrilici bidirezionali e a specchio, per un totale di 10.000 luci al LED che definiscono una griglia esagonale, con ogni luce che viene riflessa all’infinito nell’oscurità.

gabriel pulecio infinity

L’interno della stanza rettangolare funge da portale verso l’infinito, riflettendo ciascuno dei muri e il pavimento e moltiplicandoli in ogni direzione. Diversamente da altri infinity cubes che utilizzano proiettori o altri sistemi per sovrapporre effetti grafici nello spazio, Infinity incorpora un gran numero di luci al LED all’interno dei pannelli riflettenti, come un enorme schermo digitale, programmato utilizzando il software touchdesigner. Ciascuna delle luci programmate consente un infinità di effetti grafici, che vanno dalle forme più semplici o singoli punti, al più totale caos cromatico e luminoso, facendo vivere al visitatore un’esperienza di una purezza concettuale assoluta.

Recentemente il cubo Infinity è stato utilizzato per le riprese del film Emotions portrait come sfondo per una scena di danza, in una produzione firmata dallo studio di Brooklyn Yess Boss.

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Fonte: designboom.com

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