Dal cofano scolpito al minimalismo aerodinamico, l’auto del futuro cambia pelle. E con essa cambia anche il ruolo del car designer.
Pensate ad una pubblicità di un’automobile, una qualsiasi uscita nell’ultimo ventennio: veicoli che sfrecciano nel deserto, tempeste sullo sfondo, slalom audaci sul ghiaccio e colori decisi, aggressivi. Illustri eccezioni a parte infatti, l’automotive marketing si è sempre concentrato sulle sensazioni, sul comparto emozionale più che tecnico, il come più importante del perché. Da decenni il car design è stato il regno delle linee muscolari, delle prese d’aria aggressive, dei volumi possenti. L’estetica dell’auto ha parlato il linguaggio della potenza, della velocità, del desiderio. Il tutto molto spesso a discapito dei principi aerodinamici. Oggi qualcosa sta cambiando e non è solo una questione di stile.
È una rivoluzione silenziosa, collegata in gran parte al passaggio all’elettrico, che piaccia o meno ha portato a nuove regole, nuovi vincoli ma anche nuove opportunità. Nel passaggio dai motori termici ai powertrain elettrici, cambia il cuore dell’auto e inevitabilmente cambia anche la sua forma. In un’auto elettrica ogni dettaglio ha un impatto diretto sull’efficienza. La forma non è più mera bellezza, ma anche autonomia. Linee più pulite, liquide, frontali chiusi, superfici continue: ogni elemento mira a ridurre la resistenza all’aria. Oggi i designer lavorano fianco a fianco con ingegneri, in una sinergia costante tra estetica e funzione. Qualcuno sta progettando un veicolo morfico, cioè in grado di adattare le sue linee in base alle condizioni di strada, per opporre meno resistenza all’aria. E siamo solo all’inizio.
Materiali sostenibili, ma anche emozionali
Modelli come la Mercedes EQS, la Tesla Model S o la nuova Hyundai Ioniq 6 dimostrano come la bellezza possa nascere anche e soprattutto dalla semplificazione. Il car design si fa essenziale, quasi zen, mentre in questa purezza si ritrova una nuova eleganza.
Certo, non è solo una questione di forma. Anche i materiali raccontano un nuovo modo di ricercare l’innovazione, senza lasciare troppo indietro quel feeling premium a cui l’automobilista è molto legato. Interni in tessuti riciclati, rivestimenti bio-based, vernici a basso impatto ambientale: il car designer oggi è chiamato a scegliere con criterio, responsabilità e creatività, non dimenticando che il suo target di riferimento è abituato e ricerca il meglio. Perché sostenibilità non significa rinunciare all’emozione. Anzi, significa ripensare il design in modo più intelligente, dare nuova vita a materiali poveri, trovare poesia nella funzionalità. La figura del car designer si evolve: da stilista a progettista del significato. È colui che deve interpretare i nuovi valori sociali, le richieste di un pubblico più consapevole, le sfide tecnologiche del presente.
Chi disegna auto oggi non può più limitarsi a fare notizia allo stand di un salone o a far parlare di sé con qualche scelta fuori dall’ordinario. Deve invece dialogare con l’ambiente, con l’etica, con l’identità del brand in un mondo che cambia. E questo, per chi si forma oggi, è uno straordinario terreno di sperimentazione.

